Pensieri da Berlino, Hub 17
Digital festival: big data e A.I. dall’ Hub 17
“Io vengo dalla luna!”
Queste le parole con cui apre il suo intervento Scott Chacon, co-fondatore di GitHub. Davanti a sé, un pubblico gremito di sviluppatori, sedicenti creativi, data scientists e “curiosi smart” provenienti da tutto il mondo.
Tra un ping-pong, un pranzo bio e un’esperienza di realtà virtuale a Berlino prende vita l’Hub17 . Di cosa si tratta? Dell’ Europe’s interactive business festival for digital movers and makers. Fiera con focus su Big Data e Intelligenza Artificiale.
In sala le luci sono su di lui che, con abilità da oratore visionario, argomenta le decisioni che guidano la sua vita e che stanno influenzando e influenzeranno la vita di milioni di sviluppatori e utenti ignari.
Sugli spalti dell’arena solo luci di laptop di chi prende appunti e di chi scrive codice ispirandosi alle parole visionarie di Scott.
GitHub nonché la più grande piattaforma di hosting web a metà strada tra un social network e una repository di file. Nel 2017 il suo fondatore ha lasciato la sua milionaria società per seguire un nuovo impossibile sogno. Era stanco, non trovava più stimoli nel suo progetto. Ma oggi lo anima un nuovo obiettivo utopico. E d’altronde lui stesso lo dice:
“I am a software developer, Git evangelist, speaker, writer, world traveler, father, husband, cat rescuer, baby signer and gorilla tamer. Not necessarily in that order.”
Scott vuole insegnare le lingue a milioni di persone tramite un metodo che fonde insegnanti online con algoritmi di intelligenza artificiale, vuole: “creare un milioni di posti di lavoro” (!). Così dice.
Usciti dall’Arena, in religioso attonito silenzio, vediamo persone camminare come zombie con gli occhiali di realtà aumentata. Fanno selfie e ridono. Poi scopriamo applicazioni di intelligenza artificiale sorprendenti. Ci classificano suggerendoci cosa ci piace o piacerà da qui a poco.
Condivido in modo euforico i miei appunti con Stefano, il mio collega. Scorro tutte le idee che mi sono venute ascoltando le parole nell’Arena e mi viene detto che nessuno ha pronunciato le parole “Io vengo dalla luna!”. Scott in realtà ha presentato il futuro con umiltà e calma di chi l’ha visto e lo vuole continuare a fare-vedere.
Cammino confuso e smarrito verso l’albergo, a fianco di quello che rimane del Muro. E chiedo all’assistente telefonico virtuale di cercare le parole più adatte per descrivere la giornata, la città in cui siamo e per riflettere su quello che accadrà nei prossimi anni grazie ai big data. All’Intelligenza artificiale e via discorrendo.
Sarà banale ma ho bisogno di ricordarmi che ogni codice, ogni tecnologia deve servire a supportare un’idea visionaria, un sogno che nasce. Il vero potere, la vera visione utopica è ancora nella comunicazione ed interazione Human to Human… SIRI?
«A un imperatore melanconico, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili. Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che possono valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi.» Italo Calvino
Con il contributo di Jona Hasaramaj, specialista Marketing