Discorso ai bambini in tempo di crisi
“Il coronavirus durerà per tutto il 2020?”
Sofia ed Ella (11 anni)
“Quando potremo dare di nuovo abbracci?”
Solvor (8 anni)
“Se hai avuto il coronavirus dopo sei immune alla malattia?”
Maria (10 anni)
Quali domande sono sorte nella mente dei bambini in questi mesi di lockdown? Drawings from Lockdown, un bellissimo progetto della BBC, a cura di Lara Owen, mostra i disegni di alcuni di loro che hanno dato forma a queste e a tante altre domande, maturate in questo periodo.
Nel mondo sono tantissimi i bambini che hanno vissuto gli stessi vincoli derivati dal lockdown, e la rassegna di disegni non è che un esempio indicativo. Tuttavia, al contrario, sono pochissime le istituzioni che in questo delicato periodo hanno deciso di rivolgersi proprio ai più piccoli, per istruirli sull’emergenza, su come affrontarla, fornendo indicazioni sul futuro post pandemia.
La Norvegia in questo ha fatto scuola.
Lo scorso 15 aprile 2020 il Primo ministro Erna Solberg, assieme ai Ministri dell’Educazione e della Famiglia, hanno tenuto una conferenza stampa esclusivamente rivolta ai bambini, durante la quale hanno risposto ad innumerevoli domande sul coronavirus in un confronto diretto. La conferenza stampa è stata l’occasione per avvicinare tra loro due mondi agli antipodi, quello dei bambini e quello dei politici, mettendoli in contatto diretto, in un dialogo di rara profondità ed empatia, mai avvenuto prima.
In un mondo sempre più dominato dalla complessità, alle porte di un futuro ogni giorno più incerto, come educare le future generazioni ad affrontare le sfide che le attenderanno?
In primo luogo, occorre garantire l’accesso alla conoscenza. Poter accedere alle informazioni scientifiche non può e non deve essere un diritto trascurabile o esclusivo. E’ fondamentale che tutti, in particolar modo i giovani e i giovanissimi, siano messi in condizione di poter godere dei benefici del progresso scientifico, per assumere decisioni future in maniera informata, consapevole e responsabile. Come espresso dall’ottavo punto del Manifesto della Razionalità Sensibile: “la razionalità è sensibilità”, dunque non può esistere vero progresso che prescinda dalla componente umana e dalla comprensione delle sue intrinseche fragilità.
Serve quindi coinvolgere attivamente le future generazioni nel processo di trasformazione sociale a cui stiamo assistendo, poiché nessuna azione politica potrà mai rivelarsi davvero efficace se si fonda sull’esclusione, trascurando parte dei soggetti a cui si rivolge. L’attenzione delle istituzioni deve necessariamente ricadere sulle future generazioni, se intende trasformare le sfide odierne in reali opportunità di sviluppo sociale.
«Bambini, questi sono giorni speciali, per molti di voi significano paure che affiorano, ma è normale avere paura quando tante cose accadono nello stesso tempo. […]» Erna Solberg, Primo Ministro della Norvegia.
Questa azione politica, intrapresa dai vertici norvegesi, getterà forse le basi per la definizione di nuovo paradigma di responsabilità politica, fondato sull’inclusione sociale e sulla fiducia nel progresso scientifico? Tutto ciò potrà determinare un momento di svolta, nelle dinamiche di partecipazione attiva alla vita politica?
Sicuramente oggi rappresenta un segnale forte, un’importante occasione di riflessione sul delicato ruolo delle istituzioni in tempo di crisi, sul significato sociale della funzione politica, strumento di educazione e di guida, al servizio di tutti i cittadini.
* Immagine di copertina, disegni e animazioni sono estratte dal progetto Drawings from Lockdown (BBC)
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