DaDA: il design che progetta l’intelligenza (artificiale) e disegna fiducia


Cosa succede quando il design smette di essere solo estetica e diventa metodo per costruire tecnologie più umane? DaDA – Design as a Driver for Product-Oriented AI Development nasce proprio da questa domanda. È un progetto che dimostra come il design possa diventare la chiave per orientare l’Intelligenza Artificiale verso le persone, le imprese e il pianeta.

 

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Un progetto sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna per la trasformazione digitale

 

Il percorso di DaDA è stato reso possibile grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna, che ha creduto nell’importanza di promuovere una cultura dell’innovazione responsabile e inclusiva. Il progetto è infatti cofinanziato ai sensi della Legge Regionale n. 14, a testimonianza dellimpegno fattivo delle istituzioni nel favorire la trasformazione digitale e sostenibile del territorio.

 

Nato all’interno di Ammagamma – oggi parte di Accenture –, DaDa rappresenta un esempio tangibile di come la cultura del design possa orientare lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale verso le persone e le imprese. Un esperimento concreto di trasformazione: un modo nuovo di pensare, sviluppare e applicare l’AI a partire dai bisogni reali di chi la utilizzerà. Un approccio che unisce metodo, empatia e visione, mostrando come l’innovazione possa essere realmente accessibile e sostenibile. 

 

Come far convivere design, tecnologia e bisogni reali? 

 

Il design, nel senso più profondo del termine, è la disciplina che traduce la complessità in esperienze comprensibili. È ciò che permette di dare forma alle idee, rendendole utili, accessibili e desiderabili.
Nell’incontro con l’Intelligenza Artificiale, il design diventa un linguaggio per umanizzare la tecnologia, portandola dal mondo dei dati a quello delle persone. In DaDA questo incontro è diventato un metodo strutturato: ogni progetto nasce da un processo di ascolto, osservazione e co-creazione. Le sessioni di co-design hanno permesso di raccogliere bisogni, intuizioni e criticità direttamente dagli utenti finali – manager, tecnici, operatori, cittadini – traducendoli in requisiti concreti per la progettazione degli algoritmi. La prototipazione rapida ha poi trasformato le idee in soluzioni tangibili, testate e migliorate in tempo reale. In questo modo, la tecnologia non viene calata dall’alto, ma costruita insieme a chi la utilizzerà.
Un cambio di paradigma che sposta l’attenzione dal potere dell’AI alla sua responsabilità sociale.

Spesso l’Intelligenza Artificiale è percepita come una tecnologia astratta, difficile da comprendere e applicare.
DaDA ha ribaltato questa prospettiva, scegliendo di partire da problemi quotidiani, da contesti reali e da domande semplici: come possiamo ridurre gli sprechi energetici in un processo produttivo? Come possiamo prevedere meglio la domanda di un servizio, o pianificare il lavoro di una squadra in modo più equo? A partire da queste esigenze, DaDA ha dato vita a una serie di prototipi e strumenti capaci di generare valore immediato all’interno dei processi aziendali. Sono nate così soluzioni che aiutano le imprese a prevedere l’andamento della domanda, a gestire in modo più efficiente le scorte e a ridurre gli sprechi, ma anche a pianificare le attività operative e a individuare tempestivamente i bisogni di manutenzione.
Ogni progetto ha mostrato come l’Intelligenza Artificiale, se guidata da una chiara comprensione dei contesti reali, possa diventare un alleato concreto nella quotidianità delle organizzazioni.

 

Tutte queste esperienze condividono un principio essenziale: l’usabilità come forma di intelligenza. Perché un algoritmo è davvero intelligente solo quando le persone riescono a comprenderlo, utilizzarlo con fiducia e percepirne il valore nel proprio lavoro. In questo senso, DaDA non si limita a sviluppare tecnologie performanti, ma costruisce relazioni di senso tra le persone e le macchine, restituendo alla tecnologia la sua dimensione più autenticamente umana. 

 

 

En_lan_2000_00021Come appariva l'anno 2000 nel 1900? Commissionate originariamente da Armand Gervais, un produttore di giocattoli francese di Lione, per l'Esposizione Universale di Parigi del 1900, le prime cinquanta di queste cartoline furono prodotte da Jean-Marc Côté, progettate per essere inserite in scatole di sigarette e, in seguito, inviate come cartoline. In totale, almeno settantotto cartoline furono realizzate da Côté e altri artisti, anche se il numero esatto non è noto e alcune potrebbero rimanere inesplorate. Ognuna di esse cerca di immaginare come sarebbe stato vivere nell'allora lontano anno 2000.

 

 

Un ecosistema che unisce competenze e visioni

 

DaDA è anche una storia di collaborazione e contaminazione. Ha riunito designer, data scientist, ingegneri e ricercatori, creando un ecosistema in cui la conoscenza si trasforma in valore condiviso. L’integrazione di Ammagamma nel Center for Advanced AI di Accenture ha amplificato questa visione, portando il metodo su scala internazionale e integrandolo con pratiche DevOps/MLOps mature e infrastrutture cloud di ultima generazione. Ma il valore più profondo di questa collaborazione risiede nel dialogo tra discipline: nel confronto quotidiano tra chi immagina, chi disegna e chi costruisce. È in questo intreccio che nascono soluzioni capaci di coniugare potenza tecnologica e sensibilità umana, generando innovazione che non è solo tecnica, ma anche culturale.

 

 

En_lan_2000_00031Cartolina della serie En L’An 2000 di Jean-Marc Côté

 

Quando l’AI impara il linguaggio della fiducia: etica e sostenibilità dell’innovazione

 

In un’epoca in cui la trasformazione digitale è anche ecologica, DaDA dimostra come l’Intelligenza Artificiale possa diventare uno strumento per promuovere un’economia più sostenibile e responsabile. I progetti sviluppati nel corso del programma hanno contribuito a ridurre gli sprechi, ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare l’efficienza energetica e produttiva. Ogni modello predittivo, ogni algoritmo ottimizzato, è un passo verso una transizione verde più concreta e misurabile, capace di coniugare progresso tecnologico e rispetto per l’ambiente. Ma la sostenibilità, per DaDA, non si esaurisce nella dimensione ambientale. È anche sociale e culturale: significa costruire tecnologie che rispettano il tempo, le competenze e le relazioni umane. Significa progettare sistemi che si adattano alle persone, e non il contrario. In questa visione, il design diventa lo strumento per ridurre la complessità e restituire tempo e spazio all’intelligenza umana, rendendo la tecnologia un alleato, non un ostacolo. Progettare un’Intelligenza Artificiale responsabile, infatti, vuol dire riconoscere che ogni decisione automatizzata ha un impatto reale. Per questo DaDA ha posto l’etica e la fiducia al centro del proprio metodo, curando ogni fase del processo: dalla definizione dei dati al design dell’interfaccia, dalla governance dei modelli all’interpretabilità dei risultati. Ogni soluzione è pensata per garantire trasparenza, equità e tutela delle persone, nel rispetto delle normative e dei principi di una AI of Trust.

 

In un tempo in cui la fiducia è la nuova moneta dell’innovazione, DaDA mostra come sia possibile costruire tecnologie che ispirano sicurezza, empatia e senso di appartenenza, non solo efficienza.
Un’innovazione che unisce sostenibilità, etica e responsabilità, tracciando una direzione chiara per il futuro: quella di un’Intelligenza Artificiale al servizio della vita e del bene comune.

 

Coltivare una nuova intelligenza

 

DaDA non è soltanto un progetto tecnologico: è un manifesto di metodo e visione. Dimostra che l’Intelligenza Artificiale può diventare un motore di progresso condiviso, se guidata dal design e dalla cultura umanistica. È un invito a immaginare un futuro in cui l’innovazione non sia fine a sé stessa, ma strumento per generare valore sociale, culturale ed economico.

 

In questa prospettiva, il percorso intrapreso fin qui prosegue nel solco di una cultura dell’AI capace di fare la differenza: una cultura che unisce pensiero critico, (est)etica e responsabilità. Perché solo attraverso la comprensione profonda delle persone e dei loro bisogni possiamo costruire tecnologie capaci di generare fiducia, e di restituire all’innovazione il suo significato più umano.

 

 

 

En_lan_2000_00025Cartolina della serie En L’An 2000 di Jean-Marc Côté

 

 

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Progetto realizzato con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, ai sensi della L.R. n. 14, in ottemperanza agli obblighi di informazione e pubblicità.

 


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