Design thinking e intelligenza artificiale
Alla scoperta di un framework operativo, nato nel mondo del Design, che ogni giorno ci offre nuove risorse per lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale.
Il Design Thinking si sta diffondendo sempre di più all’interno dei processi creativi aziendali, sia internamente che esternamente.
Sempre più progetti includono tra le attività alcune metodologie legate a questo framework. Ma quali sono le basi concettuali di questa materia, per sua natura poco teorica e molto applicata? Quali sono gli obiettivi che portano all’utilizzo di queste tecniche e in che modo le abbiamo adoperate in Ammagamma?
Design Thinking: verso una definizione
La disciplina del Design Thinking (DT) nasce e si sviluppa negli ultimi decenni come modus operandi all’interno di agenzie di Design, su un disparato range di settori industriali. Nel corso dell’ultima decade sempre più aziende e start-up in ambito “sviluppo software e prodotti digitali” hanno iniziato a includere le pratiche del DT all’interno dei propri processi produttivi. Spesso, quest’ultime vengono combinate con metodologie altrettanto note (Agile o Lean) attestando un notevole impatto sull’operatività. Di cosa si tratta, nella pratica?
Una prima definizione, tratta dagli ambiti accademici, descrive il Design Thinking come un:
“Modello progettuale volto alla risoluzione di problemi complessi attraverso visione e gestione creative”.
Il Design Thinking si prefigura, dunque, come un insieme di framework visuali con l’obiettivo di proporre soluzioni a partire dal design. In tal modo, ponendo la User Experience (e dunque il cliente) al centro, si inverte un paradigma “tipico” della progettazione, che parte dallo sviluppo tecnico e arriva a formulare le specifiche di UX, adattandole (talvolta a fatica) a una tecnologia già implementata. Dalle parole di uno dei più grandi innovatori dei nostri tempi, Steve Jobs, ricaviamo il paradigma rovesciato:
“The design is not just what it looks like and feels like. The design is how it works.”.
Rappresentazione tratta dal framework Value Proposition Canvas (*) utile
a formulare una proposta di valore per un prodotto da lanciare sul mercato
Design thinking in Ammagamma
Come ci poniamo, all’interno di Ammagamma, nei confronti di questi framework innovativi? Tutto nasce da un bisogno: tradurre l’intelligenza artificiale in prodotti e servizi comprensibili e fruibili da parte dei nostri clienti. Se da un lato la fruibilità dei servizi risulta una componente imprescindibile nel processo di creazione del valore (il cliente deve poter interagire con i modelli di IA, integrandoli a supporto di processi complessi e insostituibili), dall’altro lato è fondamentale la comprensione del servizio offerto, che determina un duplice beneficio: elimina le incomprensioni e guida lo sviluppo in maniera chiara e rapida. Fin dal principio.
Nel modello "Double Diamond" (*), qui reinterpretato in forma quadrata,
la creatività viene esercitata tramite fasi di esplorazione "divergente" al termine delle quali si arriva a “convergere” verso un concept definito, tramite fasi
di Discovery e Ideation.
Dunque, diventa necessario saper tradurre un’idea ancora astratta, relativa alle potenzialità dell’IA (Brief), in un concetto chiaro e applicabile (Concept), che possa essere accettato dal cliente e possa guidare l’offerta commerciale, ovvero lo sviluppo della soluzione, in modo chiaro e definito. Per fare questo, iniziamo seguendo due fasi, distinte in base alle esigenze di partenza: Discovery e Ideation.
Design Thinking 1: Discovery
L’idea progettuale è ancora poco chiara? Il cliente intuisce le potenzialità dell’IA all’interno dei propri processi, senza ancora riuscire a definire il campo di applicabilità con sicurezza? In questo caso l'approccio di “scoperta” risulta il più efficace e permette di ottenere un grande impatto. Per impostare questa fase con il cliente, valutiamo quindi due modalità di interazione, non mutualmente esclusive: il Discovery Workshop e il Digital Transformation Assessment (DTA).
Il Discovery Workshop consiste in un’attività di breve durata che ha come obiettivo l’individuazione di domande di ricerca legate ai processi aziendali, per esempio: “Come posso ottimizzare il riordino del magazzino riducendo le perdite dovute all’immobilizzato?” oppure “Come possiamo misurare l’impatto di previsione della domanda di mercato?”. Successivamente, le domande vengono catalogate in base all’impatto che possono portare e in funzione dell’effort stimato (approfondiremo questo tema in un articolo dedicato).
L’attività di Discovery (*) ha inizio con l’ascolto delle "user stories":
individuiamo e distinguiamo i bisogni dell'utente “WHATs”
dagli scopi “WHYs”, classificandoli per tema e rilevanza.
Il Digital Transformation Assessment (DTA), invece, è uno strumento che possiamo attivare parallelamente o in seguito alla sessione di Discovery. Tale strumento consiste in una prima analisi tecnica sulle potenzialità delle fonti dati, fornite dal cliente, che permette di estrapolare le potenzialità di sviluppo dei progetti e di prefigurare una direzione.
Design Thinking 2: Ideation
Ora poniamo il caso contrario in cui il cliente abbia le idee chiare fin da subito, sa già in partenza quali sono le funzionalità del servizio che vuole ottenere. In questo scenario, ci muoviamo nella fase di "ideazione" allo scopo di arrivare a validare, in tempi rapidi, un’idea ben definita sul piano del design e della progettualità. Lo strumento del Design Sprint diventa quindi il nostro alleato per questo obiettivo.
In un intervallo di pochi giorni, grazie al Design Sprint, possiamo arrivare alla creazione di un prototipo vero e proprio, testabile, che mostreremo al nostro cliente. Tale risultato, una volta validato, ci fornisce una precisa roadmap di sviluppo che accelera di molto lo svolgimento del progetto (tratteremo anche questa pratica in un articolo ad hoc).
Design Sprint in corso, il nostro team all'opera per la costruzione
di un nuovo prodotto di IA
L’impatto del Design Thinking
"Nei progetti che ho seguito, le metodologie di Design Thinking sono state estremamente utili. Il Discovery Workshop ci ha aiutato a comprendere meglio i reali bisogni dei clienti e a evitare di lavorare su problemi marginali. Il Design Sprint, invece, ha la potenzialità di mostrare in poco tempo un'idea concreta di come verrà il prodotto finale, il che viene molto apprezzato da tutti i clienti." - Filippo Miti, project manager Ammagamma.
Da queste parole di uno dei nostri Project Manager emerge chiaramente quanto il Design Thinking stia diventando un alleato prezioso per i team di sviluppo dei progetti, che sono a stretto contatto con i clienti. Ma non solo. Il DT è una pratica che si sta diffondendo molto internamente alla nostra azienda, in maniera trasversale, apportando dei benefici che vanno al di là del miglioramento della mera gestione di progetto. Di recente, abbiamo infatti adattato alcune pratiche del Design Sprint per lo sviluppo dei nostri prodotti di tipo MOTS (qui una spiegazione), creando un vero e proprio nuovo formato di lavoro, il MOTS Sprint.
Ciascuna delle tre metodologie sopracitate (Design Sprint, Discovery workshop e MOTS sprint) merita di essere osservata da vicino, in termini di funzionamento e di impatto generato. Tuttavia, con questo primo articolo, possiamo già trarre delle conclusioni e riconoscere facilmente un grande vantaggio strategico che il Design Thinking è in grado di offrirci, ovvero quello di avvicinare i nostri clienti alle potenzialità dei progetti di IA da tutti i punti di vista possibili (siano questi comunicativi, operativi o economici) dando la precedenza all’aspetto più determinante: la percezione del valore dell'IA. Aspetto, questo, che troviamo perfettamente espresso nelle parole del nostro fondatore e presidente Fabio Ferrari:
"Per noi è importante far capire che la matematica applicata
ha odore e colore, che produce segatura e limatura, che genera cambiamento reale nei processi produttivi, oltre che nelle capacità di analisi e nelle forme di pensiero."
Esplorare il Design Thinking
Nel corso dei prossimi articoli, entreremo nello specifico delle metodologie citate sopra, per conoscerne appieno le potenzialità e i benefici. In particolare, parleremo di:
- Discovery Workshop
- Design Sprint
- MOTS Sprint
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Hai delle curiosità sul DT e vorresti parlarne con noi?