Per una "via italiana" all'intelligenza artificiale
Mantenere l'uomo al centro, prevenire le disuguaglianze, stabilire le responsabilità per chi programma gli algoritmi. Come raggiungere questi obiettivi in Italia? Abbiamo preso parte al dibattito degli esperti, condividendo la nostra visione aziendale.
La situazione italiana
A novembre 2021 è stato pubblicato il Piano Strategico italiano sull’IA che si pone come obiettivo quello di rendere l’Italia un “punto di riferimento” in questo ambito. Tuttavia, gli investimenti profusi non sono paragonabili allo sforzo economico degli altri Paesi, specie nell'ambito della ricerca di base - l’Italia non compare neppure nella lista dei primi 10 paesi a investire in IA, figurano invece Germania, UK, Francia con Cina, USA, Russia, Israele -. Inoltre, l’Italia ha tergiversato troppo prima di emanare il proprio Piano Strategico di cui, purtroppo, ancora oggi non si vedono sviluppi significativi.
E’ importante definire per il nostro paese, ma anche per l’Europa stessa, un ruolo strategico che miri a potenziare le proprie caratteristiche distintive rispetto al resto del mondo. Affinché l’Italia e l’Europa possano diventare competitive occorre quindi riscoprire il ruolo primario e universale della cultura della conoscenza. Ciò implica padroneggiare la tecnologia, comprenderne le potenzialità e le implicazioni, sviluppare soluzioni che offrano all’uomo un senso critico sullo strumento. Definire obiettivi è fondamentale, ma occorre agire in maniera tempestiva, consapevole e attiva, unendo le risorse e le competenze con azioni che mirino a generare e restituire valore economico e sociale all'intera comunità in modo concreto.
Il dibattito con gli esperti
Invitati da WIRED Italia a condividere la nostra riflessione sulla via italiana all’intelligenza artificiale, ci siamo interrogati sulle potenzialità reali del nostro Paese, in un confronto aperto con altri esperti del settore. Il dibattito evidenzia consapevolezze e posizioni comuni da cui partire, per una sintesi urgente e doverosa che riporti l’uomo al centro.
Sui rischi della tecnologia si sono pronunciati Federico Cabitza, Professore di informatica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, per una cultura della "valutazione della qualità e del rischio di impatto" sui diritti fondamentali delle persone; Gianclaudio Malgieri, Professore di Diritto e Tecnologia presso la EDHEC Business School di Lille, per una “maturità umana” che riconosca i rischi di questi sistemi; Luca Peyron, giurista e teologo, il quale afferma la necessità di aprire dialoghi e confronti per un ecosistema innovativo etico.
A favore di una sinergica contaminazione tra università e imprese si sono espressi Roberto Navigli, Professore presso il DIAG dell'Università̀ La Sapienza di Roma, e Nicola Gatti, Professore in Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano. In tal senso, anche Francesca Rossi, Global Leader IBM sull'Etica dell'IA, insiste sull’idea di guidare l’ecosistema verso traiettorie positive per la società mediante un approccio multi-stakeholder.
"L'essere umano al centro" e lo sviluppo di una maggior consapevolezza sono tematiche condivise da Viola Schiaffonati, Professore associato di Logica e Filosofia della Scienza al Politecnico di Milano, Stefano Quintarelli, imprenditore, ed Emanuela Girardi, Founder e Presidente di Pop AI, che punta l’attenzione sulla necessità di portare competenze ai lavoratori e ai cittadini.
La nostra posizione
In Ammagamma siamo fortemente convinti dell'importanza di questi principi, che trovano fondamento anche all'interno della nostra visione e missione aziendale, e ci guidano nel nostro lavoro quotidiano, portando la nostra proposizione in Italia e nel mondo. Lo scopo della nostra azienda è di contribuire nello sviluppo di una società consapevole delle potenzialità, delle implicazioni e degli impatti della tecnologia.
Vogliamo accompagnare le scuole, le imprese e le istituzioni nella comprensione dell’utilizzo della tecnologia, perché ogni persona possa sentirsi libera di compiere la scelta giusta, nella consapevolezza degli impatti delle decisioni prese, generando opportunità e risultati che contribuiscano a ridistribuire il sapere e il profitto sul territorio. E lo facciamo offrendo i migliori strumenti di scelta attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative di IA.
Viviamo in un momento storico cruciale per la nostra società, un momento che sta delineando un cambio di passo radicale per il nostro futuro. Per questo, riteniamo fondamentale ridefinire con urgenza il ruolo e lo scopo di una tecnologia complessa come l’intelligenza artificiale, al di là delle sue mere applicazioni. Crediamo, anzi, che sia indispensabile rendere tutti partecipi di questo cambiamento, e ciò richiede strategia, cooperazione, impegno, apertura, ascolto. Secondo noi significa prima di tutto valorizzare ogni persona nell'operare, chi è portatore di sapere, chi sa immaginare, chi desidera imparare, chi ha bisogno di supporto e chi, più di tutti, rischia di rimanere indietro.
Oggi vogliamo aprirci a un modello culturale differente, a cui guardare e ispirarsi, a un esperimento alternativo alla realtà, nell'intento di preservare la centralità e la dignità umana nel cambiamento, di valorizzare il libero arbitrio, praticando un pensiero pensante.
In sintesi
- Italia ed Europa, a differenza di altri paesi come Stati Uniti e Cina, si stanno muovendo in ritardo nel settore dell'IA e non hanno i mezzi necessari per competere sulla ricerca di base in questo ambito
- Occorre investire in un sistema di istruzione capillare che renda l’IA uno strumento accessibile a tutti, in grado di rimuovere paure e seminare nuove prospettive, a partire dalla scuola
- Attraverso tale sistema di istruzione è possibile abilitare le persone a padroneggiare e a sviluppare nuove applicazioni attraverso l'utilizzo di tecnologie di IA note
- Lo sviluppo di queste nuove applicazioni deve essere orientato a risolvere le sfide imminenti e ad apportare benefici all'intera comunità, attraverso la cooperazione tra attori pubblici e privati
Vuoi condividere con noi la tua opinione su questo tema?
Siamo curiosi di ascoltarti e di discuterne insieme.
***